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Riflessioni dolceamare

La ex volontaria di Human Capital 2019, Berta dalla Ungheria, condivide i suoi pensieri sul suo tempo a Matera- cosa ha significato per lei questa esperienza emozionante e le sensazioni che lei ha provato dopo essere tornata a casa.

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Credo di non essere l’unica che da bambina faceva le giravolte sul prato con gli amichetti o semplicemente da sola per passare il tempo. Mentre uno gira su se stesso tutto il mondo diventa sfocato. La realtà si scioglie e si vedono soltanto sfumature di colori e luce. Si mischiano con il canto degli uccelli e con la risata degli altri. Magari uno si mette a ridere pure. Ci si gira e gira su se stesso finché non si perde completamente l’orientamento.

Poi uno si trova per terra e quando cerca di alzarsi deve rendersi conto di non farcela subito. Tocca ad aspettare perché nonostante la sua voglia di riprendersi ed andare avanti la testa si gira ancora. Ti è presente quella sensazione quando il mondo accelerato si ferma all’improvviso, finisci per terra e piano piano svanisce anche la soddisfazione del gioco? Mi sento proprio così dopo esser tornata da Matera. Aspetta, non te ne andare, ora ti spiego! Matera è una città molto particolare e grazie al progetto ho potuto conoscerla in questo periodo molto importante principalmente tra gli eventi culturali. Sono grata di aver assistito magari anche contribuito a tutto ciò che si sta svolgendo nella pancia di questa balena. [Andate a vedere Atlante delle emozioni, mi raccomando!] La mia esperienza di volontariato è stata bellissima, non mi sono pentita e la rifarei sicuramente. Vista la breve durata del progetto però non importa tanto che cosa ho fatto, bensì con chi ho trascorso il mio tempo. Sinceramente non mi aspettavo di trovare un gruppone così numeroso costituito sia da cittadini permanenti che volontari stranieri. È proprio questa sorpresa bella che rende la partenza abbastanza difficile. Se fossimo partiti tutti nello stesso tempo avrei lasciato dietro solo la città. Ma in questo caso ho capito di essere stata quasi l’unica ad abbandonare la scena. Lo scambio rapido dei diversi turni di volontari a breve termine mi fa sentire sostituibile, lasciandomi con la bocca amara. Ovvero in ungherese direi che uno dei miei occhi ride mentre l’altro sta piangendo. Oltre di aver conosciuto tante persone nuove, trai i quali amici preziosi, ho potuto conoscere un altro lato di me stessa. Il lato migliore, devo dire. Sì sì, è banale ma vorrei ancora sottolineare che tale esperienze portano con se inevitabilmente lo sviluppo personale ed il conoscere di se stessi. Per questa nuova conoscenza rimango infinitamente grata. Sono successe tantissime cose durante questi due mesi di permanenza a Matera. Per me ci vuole tempo ancora per riflettere e poi ritrovare il senso di orientamento. Speriamo che lo ritroverò. Per ora sono seduta per terra e sto aspettando finché la testa si ferma. Nel frattempo per rendere questa lettura un pochino più allegra ecco un elenco incompiuto di cose stranissime alle quali mi sto riabituando. Non le prendete troppo sul serio! C’è tempo per dire buongiorno al negozio prima di ricevere tre buste di plastica. Apro il rubinetto caldo e viene subito l’acqua calda e funziona così anche con quello freddo. La gente toglie lo sguardo in imbarazzo invece di continuare a fissarmi appena si incrociano i nostri sguardi. Attraversare la strada è semplice, non mi devo preparare come se mi buttasi giù da un ponte facendo bungee jumping.
La siesta? Ma scherzerai, mai sentita! Viva l’orario continuato… I miei 5 minuti di ritardo purtroppo sono davvero ritardo. Si fa la fila e non solo per andare in bagno. Il lavaggio rapido dura al massimo 40 minuti invece di un’ora e quaranta. Però andando in centro incontro meno gente contenta di vedermi. Il fruttivendolo non mi saluta nella biblioteca. Conosco le strade, non è più un avventura trovare un indirizzo….ecc.
È stato un piacere! Un caro saluto,

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Berta

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Italian NGO working with Youth Programs to CHANGE THE WORLD
http://www.basilicatalink.org - basilicata.link@gmail.com

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